La storia di Lampedusa è intrecciata con leggende di fede e coraggio, e tra queste spicca quella di Andrea Anfossi, conosciuto anche come “Gagliardo” o l’Eremita Andrea. Questa leggenda crea un ponte tra Lampedusa e la Liguria, portando un messaggio di tolleranza, devozione e speranza.
La Prigionia e il Miracolo
Secondo la tradizione, Andrea Anfossi era un marinaio ligure catturato dai pirati turchi nel 1561 durante un’incursione nel borgo ligure di Castellaro o mentre li inseguiva in mare. Fatto prigioniero e caricato su una nave turca, approdò a Lampedusa, dove gli venne ordinato di raccogliere legname nei boschi dell’isola.
Durante la sua ricerca, vide una luce abbagliante che lo guidò verso una nicchia con una tela raffigurante la Vergine Maria, nel luogo che oggi è il Santuario della Madonna di Porto Salvo. Andrea vide questo ritrovamento come un segno divino e un invito a pianificare la fuga.
L’Accoglienza dell’Eremita
Deciso a servire la fede, Andrea si nascose e si stabilì nella grotta che ospitava la tela, trasformandola nel suo rifugio e luogo di preghiera. Ogni notte, accendeva un fuoco per segnalare ai naviganti la presenza della costa, offrendo loro un punto di riferimento sicuro.
La leggenda narra che la grotta divenne un simbolo di accoglienza e tolleranza: una metà era decorata con simboli cristiani, l’altra con simboli musulmani. Andrea accoglieva chiunque arrivasse in cerca di un luogo per pregare, indipendentemente dalla fede.
Questo santuario naturale fu frequentato da cristiani e musulmani, che rispettavano i rispettivi simboli di fede. Con questa devozione inclusiva, Andrea rese la grotta un simbolo di tolleranza e di comprensione reciproca tra culture diverse.
Il Santuario nella Storia
Questo piccolo santuario dalle origini antiche è circondato da un bel giardino fiorito ed è uno dei luoghi più importanti per Lampedusa.
Si ha notizia del santuario già nel 1202 in una relazione che il governatore Bernardo Maria Sanvisente inviò a Ferdinando II in cui si sottolinea che la grotta fosse divisa in chiesa cattolica e moschea musulmana. Tale disposizione rappresentava un simbolo unico di tolleranza religiosa nel Mediterraneo.
La Fuga e la Fondazione del Santuario in Liguria
Con il desiderio di fuggire, Andrea ricavò un’imbarcazione da un tronco e utilizzò la tela mariana come vela. Nonostante le condizioni difficili, attraversò il Mediterraneo, approdando finalmente sulle coste liguri nei pressi di Arma e poi tornando a Castellaro nel 1602.
In segno di gratitudine per essere sopravvissuto al pericoloso viaggio, Andrea Anfossi fece voto di costruire un santuario nella località di Costaventosa. Questo santuario, completato nel 1619 dagli abitanti di Castellaro, divenne il Santuario di Nostra Signora di Lampedusa.
La Devozione e il Santuario di Porto Salvo
La devozione alla Madonna di Porto Salvo continuò anche sull’isola di Lampedusa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il santuario subì danni dai bombardamenti, ma la statua della Madonna rimase miracolosamente intatta. La comunità ricostruì il santuario, che divenne il centro di una processione annuale in onore della patrona dell’isola, la Madonna di Porto Salvo. Questa processione si svolge il 22 settembre e celebra il legame tra gli abitanti dell’isola, la loro fede e la tradizione di accoglienza.
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